FAUCI E IL LABORATORIO DI WUHAN: “CHE RUOLO HA AVUTO IL VIROLOGO?”

18/05/2021 - Secondo un nuovo approfondimento pubblicato dal giornalista scientifico Nicholas Wade, il celebre articolo di The Lancet (su cui si fonda la teoria dell'origine naturale del coronavirus) è macchiato da un conflitto di interessi di fondo, troppo ingombrante. Come scrive Wade, infatti, si è “successivamente scoperto che la lettera di Lancet era stata redatta da Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance di New York. L’organizzazione del dottor Daszak ha finanziato la ricerca sul coronavirus presso l’Istituto di virologia di Wuhan. Se il virus Sars CoV-2 fosse effettivamente sfuggito alla ricerca da lui finanziata, il dottor Daszak sarebbe potenzialmente colpevole”. Visti i silenzi della Cina e l’inefficienza dell’Oms, perché scartare in questa maniera frettolosa e superficiale, l’ipotesi del laboratorio? Fra gli elementi più interessanti nella ricostruzione di Wade si cita anche il ruolo, da chiarire, del virologo-superstar Anthony Fauci, massimo esperto di malattie infettive degli Stati Uniti.

Cosa c’entra Fauci con il laboratorio di Wuhan? Come ricorda lo Spectator, gli Stati Uniti hanno commissionato lo studio di nuovi coronavirus a un gruppo chiamato EcoHealth Alliance, che secondo Npr stava eseguendo la maggior parte della raccolta di campioni di coronavirus dai pipistrelli, per poi trasferirli all’Istituto di Wuhan. Il denaro della sovvenzione originale fornito a EcoHealth era di 3,7 milioni di dollari, di cui 76.000 dollari per l’Istituto di Wuhan. Questo finanziamento è stato approvato con il sostegno dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, l’agenzia che dirige Anthony Fauci, secondo quanto riportato da Newsweek. Quel contratto è stato annullato nell’aprile 2020. Tali sovvenzioni sono state approvate dal National Institute of Health di Fauci.
Ovviamente, precisa lo Spectator nel suo attacco a Fauci, non c’è alcuna prova del fatto che l’ente guidato dal famoso virologo abbia – intenzionalmente – voluto scatenare una pandemia in tutto il mondo, anche se non va tralasciata l’ipotesi che il virus sia “nato”, anche in maniera del tutto accidentale, in laboratorio, come molti media hanno fatto, bollando frettolosamente questa teoria come “complottista”. No, è solamente un’ipotesi – tutta da verificare – rispetto a un’origine del virus che ancora conosciamo troppo poco. Ciò non toglie che Fauci – come altri attori – debbano chiarire in qualche modo il loro ruolo.
A rafforzare la tesi del giornalista scientifico Nicholas Wade circa l’origine del coronavirus nel laboratorio di Wuhan sono ora 18 scienziati firmatari di una lettera pubblicata proprio su Science nella quale chiedono una nuova inchiesta e l’apertura dei dossier cinesi ad analisi indipendenti. “Dobbiamo prendere sul serio le ipotesi relative alla propagazione naturale e in laboratorio, fino a che non si disponga di dati sufficienti” scrivono nella lettera, citata anche dal Corriere della Sera. Secondo gli autori della missiva manca ancora una spiegazione esauriente sul modo in cui il virus è – probabilmente – passato dal pipistrello all’uomo. (Fonte: Roberto Vivaldelli, InsideOver)

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