Avrete sentito parlare di artrite, tonsillite, bronchite. Tutte le malattie che terminano per –ite
indicano l’infiammazione di una specifica area del corpo. Ad esempio la
colite è un’infiammazione del colon, l’appendicite dell’appendice,
dermatite della pelle,
tendinite dei tendini, epatite del fegato ecc.
Queste etichette patologiche denotano semplicemente la parte affetta, ma
falliscono nel comprendere la causa dell’infiammazione.
L’infiammazione manifesta di solito dolore acuto, dovuto alla
pressione esercitata dai tessuti infiammati sui nervi. E questo è un
bene, poiché il dolore limita i comportamenti che potrebbero danneggiare
ancora di piú l’organismo. Ad esempio se ci fa male la schiena,
eviteremo di alzare carichi pesanti, se fa male la gola, mangeremo di
meno e berremo di piú.
SEGUICI SENZA CENSURE SU TELEGRAM
Non appena individuata la parte affetta da infiammazione, é pratica
medica somministrare al paziente un antidolorifico, o pratica comune
andare in farmacia a comprarlo. Grazie al farmaco, il dolore associato
all’infiammazione svanisce e puó sembrare quasi un miracolo: possiamo
continuare con il nostro lavoro e la nostra vita credendo di essere
tornati in salute. Ma questo potrebbe non essere il caso. Questi
medicinali hanno la capacitá di provocare piú danni, che il valore del
sollievo momentaneo e sono distruttivi su due livelli: primo,
incoraggiano la continuazione del comportamento che ha causato
l’infiammazione (ad esempio, sovraccarico delle vertebre e dei muscoli
della schiena). Secondo, causano quasi senza eccezione gli
eufemisticamente chiamati “effetti collaterali”. A volte questi
effetti collaterali potrebbero valerne la pena. Peró c’è sempre un
rischio virtuale. Farmaci antidolorifici e antiinfiammatori sono di uso
comune, anche troppo comune, e pochi sono davvero consapevoli dei rischi
reali ai quali si stanno sottoponendo. Probabilmente, sarebbe meglio
sopportare il dolore e andare direttamente alla causa di questo,
cambiare stile di vita e perfezionare i propri comportamenti.
Anch’io ho fatto uso profuso di Moment ogni primo giorno del mio
ciclo mestruale. Il dolore m’impediva persino di lavorare, a volte. Una o
due pastigliette e questo spariva nel giro di mezz’ora, per poi
ritornare puntualmente il mese successivo. Da quando ho smesso di
mangiare carne, invece, circa 6 anni fa, le fitte sono prontamente
sparite. Una grande liberazione! Il farmaco fa effetto, ma è solo
temporaneo, ed è questa una delle grandi minacce del nostro
tempo: cerchiamo soluzioni veloci per problemi dei quali non si capisce
l’origine e ancor meno se ne comprendono le conseguenze. E la
medicina di oggi, maestosa e brillante, ci offre esattamente quello che
il nostro istinto ricerca – sollievo immediato dei sensi.
Soluzioni rapide di qualsiasi tipo raramente portano benefici a lungo termine.
Un esempio chiaro è il fast-food, quando abbiamo fame, è facile cadere
nella trappola del consumo di qualcosa di veloce, ma ci fa bene abusare
di questa invenzione? Credo che tutti noi conosciamo la risposta.
Consumare droghe ricreazionali ci fa sentire euforici, ma quanto puó
durare? E che dire dell’alcool? È piacevole passare una serata e
esagerare con questa sostanza, ma come ci sentiamo il giorno dopo? E
cosa dire dei problemi a lungo termine derivanti dall’abuso di alcool e
droghe?
Descrizione del processo infiammativo – Come
risultato di una lesione o ferita provocate da agenti estranei
all’organismo o a causa di un trauma, ad esempio un osso rotto, un morso
di un insetto o una reazione ad un’infezione batterica, le cellule del
tessuto danneggiato producono istamina. L’istamina provoca il mutamento
dei minuti vasi sanguigni, i quali rilasciano fluidi all’area ferita. Il
flusso sanguigno locale aumenta e trasporta speciali cellule ematiche
all’area, la cui specialitá è quella di collezionare sostanze aliene per
l’atto eliminativo. Assieme a queste cellule giungono anche
fibrinogeni, i quali stimolano la coagulazione. Il coagulo è una
risposta naturale e fa da partizione, è come un muro che viene eretto tra l’area infetta e il resto del corpo.
La partizione arresta la fuoriuscita dei fluidi, impedisce alla materia
morbosa di entrare in contatto con le parti sane, e risulta nel
caratteristico gonfiore dell’infiammazione. L’infiammazione è causata da
un agente eccitante ed è un comune meccanismo di difesa dell’organismo.
Alla luce di ció essa è riconosciuta come un processo intelligente di
guarigione.
Il Dr. H. Lindlahr spiega che il corpo non sopprime la
crescita e moltiplicazione dei batteri finché la materia morbosa della
quale si cibano e sussistono non sia stata consumata e decomposta.
Egli afferma che antibiotici e antitossine somministrati in alte dosi
durante queste cinque fasi, potrebbero sopprimere l’attivitá microbica e
il processo infiammativo prima che quest’ultimo abbia fatto il suo
corso riparativo naturale e prima che la materia patologica sia
eliminata.
Le 5 fasi dell’infiammazione, secondo il Dr. Lindlahr, sono:
- Incubazione – Durante questa fase tossine, materia morbosa e altri eccitanti infiammativi si concentrano in una determinata parte o un organo del corpo. Quando si accumulano in una quantitá tale da interferire con la normale funzione dell’organismo o da mettere in pericolo la salute e la vita, forze vitali si mettono in moto e reagiscono d’emergenza attraverso il processo d’infiammazione.
- Aggravamento – Durante il periodo di aggravamento i fagociti inghiottiscono le tossine nel corpo. Questa fase è accompagnata da un corrispondente aumento di temperatura, febbre e infiammazione, finché raggiunge il suo climax, marcato dalla maggiore intensitá dei sintomi febbrili e di dolore.
- Distruzione – Disintegrazione di tessuti dovuta all’accumulo di essudati a causa della formazione di pus; sviluppo di ascessi, foruncoli, fistole, irritazione, piaghe e altri sintomi febbrili e d’infiammazione.
- Riduzione – Assorbimento ed eliminazione di essudati, pus ecc. accompagnato dall’abbassamento di temperatura, battito cardiaco e altri sintomi d’infiammazione.
- Risoluzione o ricostruzione – Quando il periodo di riduzione ha fatto il suo corso completo e le aree affette sono ripulite delle accumulazioni e ostruzioni morbose, la quinta fase è di ricostruzione e riparazione dei tessuti lesi e degli organi danneggiati. Ritorno alla norma.
È estremamente importante non interferire con alcuna fase
sopraindicata. La miglior azione è mettersi a riposo cosicché tutta
l’energia vitale possa essere reindirizzata al processo di guarigione.
Lindlahr spiega cosa potrebbe succedere se ciascuna di queste fasi fosse
soppressa.
Soppressione durante le prime due fasi d’infiammazione
– Lindlahr spiega che questa pratica involve sempre il pericolo che le
tossine non eliminate sovraccarichino organi e parti vitali,
predisponendo la fondazione di malattie croniche distruttive.
Soppressione durante la terza fase d’infiammazione – Se
s’interferisce con il processo durante questa fase, c’è la possibilitá
che l’area affetta rimanga danneggiata in modo duraturo e questo lasci
gli organi permanentemente invalidati.
Soppressione durante la quarta e quinta fase d’infiammazione
– Se si blocca o s’interferisce con questi processi di eliminazione
prima che vengano portati a termine, le parti affette e gli organi non
hanno la possibilitá di ricostruirsi perfettamente. Potrebbero rimanere
anormali, paralizzati e la loro funzione invalidata, anche seriamente.
Spesso si ritiene l’infiammazione come una “malattia” da venir soppressa, ma in realtá è il processo di guarigione, essa è la “cura”, attraverso cui la natura si sforza a ristabilire la salute! Lasciatemelo ripetere perché questo concetto é troppo importante: L’INFIAMMAZIONE É LA CURA!
SEGUICI SENZA CENSURE SU TELEGRAM
La maggior parte dei pazienti potrebbe guarire perfettamente e naturalmente senza l’uso di medicinali. Ad esempio, pazienti con problemi reumatici e di osteoporosi beneficiano grandemente di cambiamenti alimentari; problemi e lesioni alla schiena possono essere trattate efficacemente attraverso terapie manipolative non chimiche come aggiustamenti chiropratici e fisioterapia. La maggior parte dei pazienti, al primo dolore, pretende un effetto immediato, solo cosí si convince che la terapia é efficace, e generalmente gli viene prescritto un antidolorifico – soluzione pratica e decisamente allettante per ambo le parti (medico-paziente).
I medicinali potranno pure offrire rilievo dal dolore, ma raramente promuovono la guarigione e la salute dell’organismo. Al contrario, tutti offrono una serie di effetti collaterali. In uno studio pubblicato dal Journal of Rheumatology, é stato argomentato che il 2,7% dei pazienti* che fanno uso di medicine antiinfiammatorie non-steroidali (come l’ibuprofene) sviluppa serie complicazioni del tratto gastrointestinale superiore. Un altro studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association suggerisce che 2,2 milioni di pazienti* ospedalizzati annualmente ripercuotono reazioni avverse serie ai medicinali a loro somministrati. Douglas Lisle, Ph.D. e Alan Goldhamer, D.C., suggeriscono che 106,000 di queste reazioni siano state fatali. Se questo fosse vero, gli effetti collaterali da farmaco sarebbero la sesta causa di morte prematura in America! (The Pleasure Trap, Mastering the Hidden Force that Undermines Health & Happiness, Douglas Lisle, Ph.D., Alan Goldhamer, D.C., 2006)
La scena italiana è un po’ confusa. Secondo l’enciclopedia Treccani
cit. “In Italia, da anni le segnalazioni di ADR (Adverse Drug Reaction)
sono più basse rispetto a quelle rilevate in altri Paesi. Dal 2001 al
2005 le segnalazioni annue hanno oscillato tra 6000 e 7000, con
differenze importanti da regione a regione e con un tasso largamente al
di sotto dell’obiettivo ottimale di 30 per 100.000 abitanti raccomandato
dall’OMS. Almeno in teoria, il numero ridotto di segnalazioni può
essere spiegato con differenze genetiche che rendono gli italiani più
resistenti ai danni da farmaci, per es. per un assetto particolare di un
pool di enzimi che metabolizzano i farmaci, ma è un’ipotesi che
riscuote poca fortuna tra gli studiosi. È più facile che i medici
italiani facciano semplicemente meno segnalazioni di ADR, magari solo
perché non tendono ad attribuire a un farmaco la responsabilità del
problema che assilla il malato.” (http://www.treccani.it/enciclopedia/danno-da-farmaci_%28XXI_Secolo%29/)
Mio parere – È possibile che tra tutti gli esseri umani della
terra, noi italiani abbiamo la fortuna di possedere una pool di enzimi
cosí specifica che ci permette di metabolizzare efficacemente droghe
sintetiche dell’ultimo millennio? La teoria che a noi italiani sarebbe
concessa la grazia divina dell’uso di medicinali è, a mio parere,
pretenziosa. Chiaramente è difficile riconoscere un sintomo e verificare
esattamente che questo derivi dal farmaco, ancor meno se dei farmaci si
fa un mix. Non solo dobbiamo renderci conto che il nostro sintomo
derivi dal medicinale, ma lo dobbiamo riportare al medico di base, sará
poi egli ad informare la Rete Nazionale di Farmacovigilanza, non noi
direttamente.
E ancora, un caso interessante – mia nonna: da quando sono piccola, la vedo ogni giorno prendere 7-10-14 pillole…al giorno! E negli anni non migliora, anzi. Sempre piú interventi, sempre piú medicine, sempre piú visite mediche sono previste. E da poco, anche un tumore della pelle. Potrá pur essere che quest’ultimo sia il risultato di 10-20-30 (E chi li conta piú?) anni di consumo (abuso?) di medicinali per malattie di cui si conosce solo l’etichetta? Secondo l’Igienismo tutte le malattie hanno la stessa origine: tossiemia e tossicosi (vedi anche l’articolo Tossiemia e tossicosi: precursori di tutte le malattie) e la malattia si sviluppa attraverso sette fasi: enervazione, tossicosi, irritazione, infiammazione, ulcerazione, indurimento, cancro. O sará colpa di una disfunzione di corpo “invecchiato”? A voi il parere.
E ancora, un caso interessante – mia nonna: da quando sono piccola, la vedo ogni giorno prendere 7-10-14 pillole…al giorno! E negli anni non migliora, anzi. Sempre piú interventi, sempre piú medicine, sempre piú visite mediche sono previste. E da poco, anche un tumore della pelle. Potrá pur essere che quest’ultimo sia il risultato di 10-20-30 (E chi li conta piú?) anni di consumo (abuso?) di medicinali per malattie di cui si conosce solo l’etichetta? Secondo l’Igienismo tutte le malattie hanno la stessa origine: tossiemia e tossicosi (vedi anche l’articolo Tossiemia e tossicosi: precursori di tutte le malattie) e la malattia si sviluppa attraverso sette fasi: enervazione, tossicosi, irritazione, infiammazione, ulcerazione, indurimento, cancro. O sará colpa di una disfunzione di corpo “invecchiato”? A voi il parere.
La maggior parte delle malattie odierne derivano dall’eccesso.
Ad ogni disturbo crediamo di dover aggiungere qualcosa, quando è la
sovrabbondanza (di cibo, di tossine, di stimolanti, di droghe ecc.) che
ha causato il problema. La soluzione è davvero semplice, forse anche
troppo semplice: togliere, sottrarre, ma il desiderio di “fare
qualcosa”, invece di smettere di fare qualcosa, pare essere la
propensione umana.
Colgo l’occasione per ribadire che non abbiamo una malattia qui o lí.
La malattia è il sintomo di un malessere generale, lo sfogo ponderato
di un organismo esperto: il corpo umano. Febbre, diarrea,
vomito, infiammazione sono solitamente i nostri alleati, la risposta
intelligente del nostro organismo, ai quali deve essere lasciato il
tempo di fare corso – naturalmente, senza l’impedimento dei medicinali.
Digiuno o semi-digiuno e tanto riposo fisico, mentale, sessuale ed
emozionale sono in generale richiesti dallo stesso corpo.
La veritá è che la maggior parte dei disturbi che minacciano
la nostra salute e quella dei nostri cari è prevenibile, ma non
efficacemente curabile (secondo i metodi convenzionali). Se decidiamo di
prendere azioni preventive, elimineremo le cause delle infermitá ancora
prima che danneggino irreversibilmente il nostro organismo.
Noi e i nostri cari dobbiamo prendere coscienza e consapevolezza che la nostra salute è in primo luogo nelle nostre mani.
La salute è la conseguenza naturale e spontanea di una vita salutare.
Abbiamo la possibilitá di agire. Ora. Abbiamo la possibiliá di scelta,
per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Abbiamo il diritto ad
una vita lunga, una vita gioiosa e serena, libera dalle malattie. Ci
vuole coraggio per cambiare e non è semplice. Puó sembrare impossibile e
istintivamente non allettante, certo alle volte dobbiamo rinunciare al
piacere immediato, e metterci tutta la forza, spendere energia, ma solo
per una grandissimo guadagno futuro, il valore piú importante della
vita: la salute. Senza questa, nulla e proprio nulla ha piú senso.
SEGUICI SENZA CENSURE SU TELEGRAM
Nessun commento:
Posta un commento