Assenza di ferita chirurgica, assenza di ospedalizzazione, tempi di recupero lavorativo e dell’attività fisica e sportiva in pochi giorni. Sono i principali vantaggi della radiofrequenza pulsata, la pratica che si avvale della tecnologia per curare in maniera noninvasiva chiunque soffre di dolori come quelli provocati dall’ernia del disco. Secondo uno studio* condotto dal prof. Alessandro Napoli, medico ricercatore del Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Università La Sapienza di Roma, il 90% dei pazienti sottoposti a questo trattamento ha registrato un miglioramento significativo, l’80% non ha più provato dolore o sofferto di disabilità dopo una sola terapia e solo il 3% si è sottoposto comunque a intervento chirurgico. Questi risultati sono stati presentati nell’importante Congresso Europeo di Radiologia tenutosi a Vienna nei giorni scorsi e che ha visto l’Italia recitare un ruolo di avanguardia nel campo della medicina del nuovo millennio.
Ma in cosa consiste la radiofrequenza pulsata? Spiega il prof. Alessandro Napoli: “La radiofrequenza pulsata si basa sull’uso delle correnti di radiofrequenze che agiscono in prossimità di nervi e delle vie del dolore, promuovendo una neuromodulazione delle fibre nervose coinvolte nel dolore. Si tratta di un metodo che viene utilizzato soprattutto quando altre terapie, come quelle farmacologiche o la terapie fisiche, falliscono. Il vantaggio delle radiofrequenze si basa sulla precisione della terapia garantita dalla guida delle immagini TAC. La sicurezza deriva dal fatto che prima di effettuare la procedura si può eseguire un test con correnti di frequenza differenti e capire così come queste agiscono sul dolore del paziente. La procedura si svolge senza necessità ricovero, con la possibilità di tornare a casa il giorno stesso”.
A cosa serve questa tecnologia? Prosegue il prof. Napoli: “La radiofrequenza pulsata serve a trattare il dolore in pazienti con ernia del disco che causa lombalgia o lombosciatalgia. Prima di procedere al trattamento, il medico ne parla sempre con il paziente, in modo che il ricorso a questo metodo possa essere sempre discusso e possa essere ricondotto ad una scelta condivisa del paziente, insieme allo specialista. Tutto ciò serve anche a personalizzare la tecnica in base all’intensità e alla durata del dolore”
La tecnica, conclude l’esperto, è in grado di dare risultati efficaci soprattutto nelle lombalgie o lombosciatalgie acute o croniche da ernia del disco, in sindromi dolorose della schiena da patologie articolari ed artrosiche ma anche nei dolori articolari come al ginocchio o alla spalla. Il sollievo dal dolore dato da questo trattamento può durare dai 3 ai 12 mesi, e in molto casi si è dimostrato definitivo. La tecnica è ritenuta una procedura efficace e sicura, specialmente se viene eseguita da uno specialista esperto.
*Caratteristiche della popolazione: Pazienti coinvolti 59 (36 uomini; 23 donne); target età (18-80 anni); giorni di dolore nell’anno precedente: media 150 (da 15 a 360 giorni); giorni di assenza dal lavoro a causa del dolore: media 13 (da 0 a 30 giorni)
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