Al secondo posto, dopo l’ossigeno, l’anidride carbonica è il gas naturale più
importante per la vita sulla Terra ed è parte dei cicli biogeochimici naturali; non
è tossica ne nociva.
La CO2 permane nell’atmosfera, e contribuisce positivamente
termoregolazione naturale della Terra cioè conserva una temperatura
omogenea e costante su tutta la crosta terrestre, eppure da qualche anno le si
attribuisce artatamente la responsabilità di un ipotetico pericoloso effetto serra,
insieme al metano, al biossido di azoto, agli idroclorofluorocarburi, ecc.
In realtà i gas serra sono il 3% dell’atmosfera, di cui solo lo 0,0380% è anidride
carbonica (350 ppm, mentre in passato era stimato 7.000 ppm).
La CO2 è, in verità, la base della vita e il suo aumento porta con se anche un
potenziale aumento della vegetazione; infatti tutte le piante dipendono dalla
CO2 per la loro sopravvivenza: assorbono con le radici l’acqua e i sali minerali
contenuti nel terreno, con le foglie assorbono l'energia solare e l’anidride
carbonica e, grazie al miracolo della fotosintesi clorofilliana, producono
molecole organiche come lo zucchero e sviluppano ossigeno. Lo zucchero è
composto da carbonio, idrogeno e ossigeno, cioè anidride carbonica e acqua.
La presenza di CO2 significa potenziale aumento della biodiversità, di
conseguenza significa maggiore produzione di cibo specialmente per le nazioni
più povere, significa più foreste e aria ricca di ossigeno.
In merito al Trattato di Parigi, finalizzata a limitare l'aumento della temperatura
globale al di sotto dei 2°C, persino lo scienziato italiano Antonino Zichichi aveva
mostrato grande preoccupazione per la demonizzazione dell'anidride carbonica
e l'effetto serra dichiarando: “L'anidride carbonica è cibo per le piante, se non
ci fosse, non potrebbe esistere la vita vegetale. Siccome la vita animale viene
dopo quella vegetale, senza anidride carbonica non potremmo essere qui a
discuterne. È vero che essa produce l'effetto serra. Ma senza questo
effetto la temperatura media su questo satellite del Sole sarebbe 18
gradi sotto zero” . “Le attività che producono inquinamento debbono essere
combattute con rigore; non legandole alle variazioni climatiche, in quanto il
legame è lungi dal potere essere stabilito”
(http://www.ilgiornale.it/news/cronache/accordo-sul-clima-trump-si-tira-fuori-escientificamente-non-1404293.html).
Di fatto molto più centrato sarebbe l’obiettivo e le relative strategie per ridurre
l’allarmante inquinamento atmosferico e da polveri sottili monitorato e
reportato dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
(http://www.isprambiente.gov.it/files2017/pubblicazioni/stato-ambiente/rau2017/5_Qualita%20dellaria.pdf), così da rendere salutare l’aria, favorire davvero
una migliore qualità di vita e salvare l’ambiente.
Un metodo sicuramente efficace consiste nell’incentivare
finanziariamente le aziende che adottano processi di produzione
ecosostenibili.
Il più inquinante in assoluto resta, comunque, il traffico aereo; infatti ogni
singolo aereo di linea inquina come circa 600 auto non catalizzate
perchè mancante di dispositivi atti a ridurre le emissioni di scarico.
L’International Civic Aviation Organization e l’European Aviation Safety Agency
hanno stabilito parametri di emissioni standard molto poco restrittivi
rispetto alle auto, così gli aerei di linea e quelli militari diffondono
nell’atmosfera quantitativi esorbitanti di idrocarburi, particolato, monossido di
carbonio, ossidi di azoto e loro miscele, anidride carbonica, triossido ed
pentossido di azoto che, con l’umidità atmosferica, si trasformano nel corrosivo
acido nitrico presente nelle “piogge acide”.
Sarebbe ovvio frenare l’utilizzo di questo mezzo di trasporto con tasse sul
kerosene o prelievi ambientali e inserire nel Protocollo di Kyoto la
riduzione delle emissioni dei gas anche degli aerei che hanno un “potere
inquinante e climalterante molto più alto di quello della CO2.
Dott.ssa Agr. Brigida Spataro Link
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