Purtroppo non ci sono molte alternative. La globalizzazione dell’economia, facendo arrivare in tutta l’Italia prodotti agricoli a prezzi stracciati,
sta distruggendo la nostra agricoltura. Possiamo provare ad opporci dal basso, acquistando frutta, verdure e ortaggi dai piccoli negozi artigianali o dalle aziende agricole. Ma dovremmo farlo tutti.
Comprate un’anguria? È ormai un terno al lotto se ha un po’ di sapore. E poi albicocche, susine, pesche.
Ma ve la ricordate la frutta di 20 o 30 anni fa?
Ve le ricordate le angurie: una volta era difficile trovarne una senza sapore. Oggi è il contrario, è un terno al lotto. E per non parlare delle angurie piccole: cetrioli rosati, ecco che sono.
Ma il problema è che la gente li compra.
Va al centro commerciale e compra le albicocche belle da vedere. Ma a casa o le tieni per bellezza o il massimo che ci puoi fare e giocarci a golf… Sapore zero… Sono “lavate”… la dolcezza delle albicocche di un tempo ormai è un ricordo.
Ma che ci volete fare: angurie dall’Egitto, albicocche dalla Spagna, prugne da chissà quale paese, pesche ancora peggio…
I Grandi e medi Centri commerciali devono guadagnare, lucrare. Acquistano i prodotti che costano meno. Dove più conviene. E per guadagnare hanno colonizzato le nostre tavole con prodotti esteri, strozzando i nostri agricoltori e i piccoli negozi artigianali.
In questo scenario, coltivare i nostri prodotti di qualità, nel rispetto delle regole agronomiche, non conviene. Perché gli agricoltori che le coltivano debbono poi confrontarsi con la frutta di cera, bella a vedersi ma dal sapore, appunto, della cera, prodotte chissà come e che arrivano da chissà dove.
Gli agricoltori si sono stancati di produrre. Perché ciò che coltivano gli viene pagato una miseria. Non gli conviene. Al massimo coltivano quel che basta per le proprie famiglie. Risultato: nei Centri commerciali – ma anche nel commercio ambulante e persino nei piccoli negozi artigianali – si trovano prodotti scadenti che arrivano dal Nord Africa e dall’Asia, Cina in testa.
Cosa possiamo fare per frenare gli effetti di questa disastrosa globalizzazione dell’economia? Qualcosa la possiamo fare. La frutta acquistiamola solo presso i piccoli negozi artigianali di fiducia. I titolari sanno benissimo dove hanno acquistato la frutta estiva che vi vendono: se vi dicono che è locale e poi la frutta che vi hanno venduto non ha sapore, ebbene, cambiate subito negozio.
In ogni caso, la frutta, quando la si acquista, la si può sempre assaggiare: se vi dicono che non si può assaggiare, ebbene, non la acquistate!
Ma, a parte i negozi artigianali – che vanno valorizzati per la frutta, per gli ortaggi e per la verdura – provate a cercare e a trovare le aziende agricole: se abitate nei piccoli e medi centri non dovrebbe essere difficile. Provate ad acquistare i prodotti direttamente da queste aziende: è un modo per sostenere la nostra agricoltura.
Anche nelle grandi città esistono i giardini e gli orti periurbani: cercateli e metteteli alla prova.
Ci sono, poi, i mercati contadini: ma anche lì, andate con i piedi di piombo: e, soprattutto, assaggiate sia la frutta, sia gli ortaggi. Se il sapore non vi convince non acquistate nulla.
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