Le nuove scoperte scientifiche della PNEI dimostrano il ruolo fondamentale della ghiandola pineale nella formazione del cancro e anche nella sua cura. Il Prof. Paolo Lissoni, oncologo, endocrinologo e uno dei più grandi esperti al mondo di psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI), lavora all’ospedale San Gerardo di Monza dal 1985. E’ stato premiato dal National Cancer Institute di Washington per le sue ricerche sulla ghiandola pineale, su questo argomento ha pubblicato più di 600 studi.
Le rivelazioni scientifiche sul ruolo della ghiandola pineale hanno il potere di rivoluzionare l’attuale approccio medico in campo oncologico. Per comprenderne appieno la portata riporto un estratto del Prof. Lissoni tratto dal suo nuovo libro “Il Romanzo della PNEI” (Verdechiaro Edizioni) riguardo proprio la patogenesi del cancro secondo la PNEI.
“Un tempo la definizione di cellula tumorale era eminentemente di tipo morfologico e veniva detta cellula anaplastica o cellula afinalistica, spesso poli-nucleata. Attualmente la definizione di cellula trasformatasi in senso maligno tumorale si fonda sulla comparsa di due caratteristiche:
1) la perdita dell’apoptosi, cioè della morte geneticamente programmata, tale per cui una cellula sana, dopo un determinato numero di replicazioni, va incontro geneticamente a morte, cioè auto-sancisce geneticamente la propria morte;
2) l’attivazione persistente delle tirosino-kinasi della membrana cellulare con conseguente stimolo della proliferazione cellulare incontrollata, che nella cellula sana sono invece in stato quiescente e vengono attivate solo a seguito di un processo di fosforilazione.
Il profilo citochinico della malattia neoplastica avanzata è sostanzialmente quello della evidenza di bassi livelli ematici di IL-2 e successivamente anche di IL-12, associata ad alti livelli di TGF-beta e di IL-10, riflesso a sua volta delle principali alterazioni cellulari immunitari associate alla progressione neoplastica, vale a dire linfocitopenia, aumento dei monociti, aumento dei T reg, calo dei TH1 e calo delle cellule dendritiche mature, condizione immuno-citochina questa, che di fatto rende non possibile una efficace risposta immunitaria anti-tumorale.
A sua volta, la ridotta funzione TH1 linfocitaria, principale caratteristica della malattia cancro, potrebbe essere dovuta almeno in parte o quanto meno agli inizi della malattia ad una progressiva alterazione nel controllo psico-endocrino della risposta immunitaria anti-tumorale, indotta dagli ormoni pinealici per stimolazione linfocitaria e dai cannabinoidi per inibizione macrofagica ed inibita dagli oppioidi di tipo-mu, che sopprimono l’attività linfocitaria TH1 mentre stimolano quella dei T reg, come dimostrato dal fatto che a livello sperimentale la somministrazione di antagonisti oppioidi di tipo mu, quali il naltrexone, si è rivelata in grado di bloccare l’insorgenza di neoplasie indotte dallo stress e l’aumento dei T reg.
Nei pazienti oncologici vi sarebbe pertanto una condizione psico-neuro-chimica, caratterizzata da una aumentata attività oppioide cerebrale e da una ridotta attività cannabinergica in conseguenza a loro volta di una progressiva ridotta attività pinealica, che costituisce con il sistema cannabinergico una unità funzionale fondamentale nei processi di coscienza.
Il difetto pinealico, che rappresenta il principale difetto endocrino associato al cancro, potrebbe sia precedere l’insorgenza di una neoplasia – come suggerito dal fatto che tutte le condizioni psico-mentali note per essere predisponenti all’insorgenza di una neoplasia, vale a dire stress, depressione, esposizione cronica a campi elettro-magnetici e cambi nel ritmo luce/buio sono caratterizzati da una ridotta attività pinealica – che essere indotto o comunque amplificato dalla stessa progressione tumorale, potendo le cellule maligne produrre l’enzima IDO (2,3-indolo-deossigenasi), il quale determina una deplezione di triptofano, con conseguente blocco della produzione indolica a livello pinealico ed a livello immunitario con una preferenziale differenziazione linfocitaria in senso T reg, richiedendo quella in TH1 la presenza di triptofano.
Non solo: nelle neoplasie avanzate è stata dimostrata una vera e propria degenerazione istologica della ghiandola pineale, con conseguente pan-ipo-pinealismo.
La riduzione dell’attività endocrina della pineale è certamente il fattore che più di ogni altro predispone al cancro.
La storia clinica della malattia tumorale può essere sintetizzata in sei fasi fondamentali:
1) l’esistenza di uno stato di immunodepressione da alterata regolazione psico-neuro-endocrina del sistema immune per prevalenza dell’attività cerebrale oppioide su quella pinealico-cannabinergica;
2) la trasformazione maligna di una singola cellula, evento questo indotto da infiniti fattori, alcuni eliminabili come i vari cancerogeni di produzione industriale, ma altri non eliminabili, come i raggi cosmici. L’idea di risolvere il problema cancro eliminando i cancerogeni è una illusione della mente, anche perché la trasformazione di una singola cellula in senso maligno non è ancora la malattia cancro, dal momento che un sistema immunitario funzionante è in grado di eliminare fino ad un milione di cellule maligne, per cui la malattia cancro è paragonabile ad una gravidanza maligna, presupponendo essa un accoglimento della cellula maligna per sua mancata distruzione immuno-mediata;
3) il danno delle giunzioni intercellulari: finché non si verifica una alterazione delle giunzioni inter-cellulari, le cellule adiacenti a quella trasformata possono ri-differenziarla di nuovo in cellula normale o indurne la morte per apoptosi;
4) l’alterazione della matrice inter-cellulare ed il conseguente stimolo dell’angiogenesi, l’evento che sancisce il momento del non ritorno, quello in cui la cellula maligna supera il limite della membrana basale ed inizia la sua fase sia infiltrante tissutale che di diffusione metastatica attraverso la formazione di nuovi vasi sanguigni. Senza neo-angiogenesi, nessuna massa tumorale potrebbe svilupparsi;
5) la progressiva proliferazione cellulare maligna e metastatizzazione con produzione di fattori immuno-soppressivi da parte delle stesse cellule tumorali, quali il TGF-beta e la IL-10, in grado di impedire l’infiltrazione linfocitaria intratumorale e la distruzione delle stesse cellule maligne;
6) l’espressione da parte delle cellule maligne del FAS-L, che nel caso di contatto con un linfocita T, ne determina la morte, con una conseguente condizione di linfocitopenia irreversibile, che è l’evento che più accomuna i differenti destini dei pazienti oncologici affetti da tumori istologicamente diversi.
Non soltanto la pineale nel suo insieme, ma anche la sola melatonina ha dimostrato di essere in grado di esercitare la sua azione anti-cancro inibendo tutti i sei momenti della storia neoplastica, della quale l’attuale Oncologia ne considera di fatto solo due: la proliferazione maligna e la neo-angiogenesi. È quanto meno sconcertante constatare che nell’epoca della comunicazione di massa, laddove una notizia anche falsa su di una eventuale nuova possibile causa di predisposizione al cancro si diffonde in pochi giorni in tutto il mondo, non riesca a diffondersi proprio quella e solo quella che una ridotta attività pinealica predispone al cancro, che dovrebbe invece essere diffusa dalle stesse Università e dai Ministeri della Sanità delle varie Nazioni democratiche.
Questa conoscenza è nota alla Scienza medica da oltre cinquant’anni e viene a porsi a premessa fondamentale nell’ottica di una prevenzione dei tumori e di una modifica della propria vita, non solo a livello alimentare o fisico-comportamentale, nella consapevolezza che anti-tumorale è innanzitutto tutto ciò che determina una perfetta attività pinealica, quindi sia la spiritualità, se vissuta non in modo antitetico al piacere sensoreo, che la sessualità, se vissuta in armonia compiaciuta fra conscio ed inconscio.”
Tratto dal libro “Il Romanzo della PNEI” di Paolo Lissoni, Verdechiaro Edizioni. Ne consiglio vivamente la lettura per approfondire altre tematiche importanti come la terapia e la prevenzione secondo la PNEI delle malattie oncologiche, delle malattie autoimmuni e delle allergie, oltre ad una comprensione più profonda del potere della ghiandola pineale.
Fonte Dionidream
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